Torno su queste
pagine come si entra nella stanza di una casa lasciata per anni in abbandono.
Sotto lenzuoli bianchi ci sono oggetti che un tempo erano vivi, ma oggi sono
solo ricordi.
Torno qui solo
per un motivo, estremamente personale: sono passati 20 anni dalla scomparsa di
mio padre. 10 anni fa scrissi alcune pagine di ricordo: erano allora tempi di
mailing list e le mandai a quelli che conoscevo e a quelli che lo avevano
conosciuto, di cui ancora avevo una traccia.
Oggi, che di anni
ne sono passati altri 10, affido all’oceano di Internet le stesse cose scritte
allora. Chissà, magari raggiungeranno qualcuno che vorrà leggerle, o finiranno
anche queste sotto un lenzuolo bianco, in attesa di tempi migliori.
È un’occasione
anche per far ritornare a vivere almeno per un giorno le pagine di questo blog.
Rappresentano anche queste un’epoca della mia vita che inizia ad essere
lontana, quella dell’archeologia militante. E anche questa affidarla, nella sua
frammentarietà, allo stesso oceano.
Sono piccole
storie che scavano in un mondo lontano, fatto di memorie confuse, vecchi computer
e un po’ di fantasia, e mi piace pensare che in fondo, a modo loro, anche queste
piccole storie parlano di archeologia, tecnologie e creatività. In bilico fra
passato & futuro.
Buona lettura,
leggi qui
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