el mondo antico non esistevano luoghi o cose banali. E' uno degli assiomi dell'archeologia, o se volete un ritornello popolare a tutti noto. Era un mondo favoloso, quello, in cui ogni oggetto rappresentava una cultura, ogni azione lasciava una traccia e ogni evento segnava un'era.
Quelli sì che erano giorni formidabili! A noi archeologi, che viviamo una condizione di banalità tutta assolutamente contemporanea, non resta che studiare, sognare e immaginare i bei tempi andati in cui tutto era vivo, splendente e importante. E' infatti evidente e noto a tutti che ...
Un sito archeologico
è sempre un'importantissima testimonianza.
Un nodo viario invece
è difficile che non sia cruciale.
Una città, un villaggio o una stazione di posta poi
sono sempre collocati in punti nevralgici
di reti di comunicazione
ampie e articolate.
D'altronde
il diffondersi di un fenomeno
è sempre capillare
come del resto
una ristrutturazione
non può non essere profonda
soprattutto se interessa
un edificio
di straordinaria importanza,
magari dotato di
un impianto decorativo
di eccezionale qualità e fattura.
Ci sono stati poi periodi in cui
ogni cambiamento
è stato determinante
per gli assetti globali dei periodi successivi.
E i mutamenti sono stati
a volte radicali
spesso durevoli,
raramente risolutivi.
Per non parlare dei periodi di crisi,
drammatici ed epocali,
cui normalmente (ma non sempre) fanno seguito
diffuse rifunzionalizzazioni
imponenti rifacimenti
estesi rimaneggiamenti
vaste riorganizzazioni
repentine decadenze
brusche evoluzioni
lunghi assestamenti
lenti adattamenti
decisive trasformazioni
fondamentali variazioni
completi stravolgimenti
definitivi abbandoni.
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Continuate voi ...
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