Venerdì 26 luglio si è svolta la terza edizione del Day of Archaeology. Sono stati tantissimi (322) i contributi all'evento, provenienti da ogni parte del mondo.
Ad un rapido conto sono pochissimi quelli italiani. E non è un bel segno. Dimostra, da un punto di vista inusuale, lo stato di malessere dell'archeologia italiana, che abbiamo a lungo discusso nei post di Passato e Futuro.
Mi sembra di sentire i commenti: